Geodatabase Topografici delle Regioni Italiane segnano una involuzione inesorabile


Dalla ricognizione sullo stato di realizzazione dei Geodatabase Topografici (DBGT) recentemente pubblicati dal CPSG – CISIS, struttura che ha tentato negli ultimi decenni di realizzare un coordinamento tra le Regioni italiane per l’attività cartografica, escono dati che sanciscono il fallimento dell’attribuzione delle funzioni dello Stato alle Regioni per il’unificazione della produzione cartografica.

Questa singolare situazione è ripresa da Giovanni Biallo, che con un editoriale del 2 dicembre 2013 apparso sul sito Geoforus, dà un allarme per farci comprendere che siamo ad una situazione di svolta che deve portare ad un cambiamento integrale.

DBGT Catasto

DBGT Catasto


Dopo più di quaranta anni di “cartografie regionali” non ci sono stati a livello globale significativi avanzamenti e poichè questi avanzamenti potevano essere realizzati, possiamo solo dire che o non sono stati voluti o non abbiamo affidato a persone capaci tale attività.

Non ci sono altre possibilità, neanche invocare le complessità dell’evoluzione tecnologica informatica, sulla scia della quale avremmo dovuto invece avere facilitazioni ed economie di scala. E’ vero il contrario, in quanto abbiamo speso milioni di euro per la realizzazione dei Geodatabase Topografici e la realtà di questa mappa è quella che si vede, cartografia convenzionale digitalizzata raster per più di mezza Italia.

Il raffronto con la situazione del Catasto Italiano è inevitabile, come possiamo vedere dall’immagine pubblicata sull’ultimo numero di GEOmedia, aggiornata al Gennaio 2013, sul monitoraggio del processo di trasformazione delle mappe catastali, dai vari sistemi di coordinate utilizzati dal catasto, per l’inquadramento delle mappe al sistema nazionale Roma1940.

Tirare le somme è oggi necessario, come pure prendere coscienza che è il momento della verità su un fallimento che poteva essere evitato. E se qualcuno volesse lontanamente affermare che è stato dovuto ad un problema di fondi allora non ci sono scuse per lasciare spazio alla cooperazione e al volontariato.

La proposta di Biallo è forte e dirompente, va forse ponderata ma non va ignorata.

E subito dopo bisognerà porsi la domanda su come potremo presentarci all’Europa sullo stato di avanzamento della situazione INSPIRE se non abbiamo neanche unificato la cartografia interna a livello regionale.

Via rivistageomedia

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