Marte in 3D e a colori


Rimanendo nel tema dalla Terra allo Spazio abbiamo di seguito tradotto una notizia divulgata dal –Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt – (DLR).

Precedentemente, le immagini di Marte, sono sempre state disponibili in un formato di fotogrammi a strisciate. Di striscia in striscia queste sequenze di fotogrammi sono stati elaborate e trasformate in modelli tridimensionali del terreno. Ora, gli ‘scienziati planetari’, sotto la guida del Centro Aerospaziale Tedesco (hanno, per la prima volta, unito questi singoli scatti in sequenza utilizzando dai 50 ai 100 nastri (eliminando quelli praticamente identici), per poter ricreare una singola mappa su larga scala. Questo primo mosaico, è composto da 2,3 milioni di chilometri quadrati di superficie, e ricopre la vasta regione degli altipiani-crateri del pianeta rosso.

Marte in 3D

Le altre parti fondamentali della mappa sono: il canale di deflusso Ares Vallis, la regione caotica di Aram Chaos (situata nella parte finale orientale della grande valle denominata ‘Valles Marineris‘), la pianura ‘Meridiani Planum‘ e la pianura ‘Chryse Planitia‘ e molte altre. “Gerhard Mercator e Carl Friedrich Gauss, grande esperti anche di Geodesia, hanno effettuato le prime misure geografiche della Terra che hanno poi permesso agli esperti degli anni successivi di riprodurre una mappa reale del nostro pianeta. Con la nostra indagine su Marte, si stanno seguendo in qualche modo, le loro orme“, spiega Ralf Jaumann, scienziato planetario del DLR e Principal investigator dell’High Resolution Stereo Camera (HRSC) strumento a bordo della sonda Mars Express . “La qualità che abbiamo raggiunto con le immagini effettuate dall’HRSC non era mai stata raggiunta prima” continua Ralf Jaumann.

Senza confini ed uniforme

Il mosaico si estende in verticale per oltre 1.800 chilometri da nord a sud e in orizzontale per 1.300 km da est a ovest. “Le fotografie sono state effettuate in diverse condizioni atmosferiche e su diverse inclinazioni del Sole rispetto al pianeta rosso, nell’arco di tempo di 89 orbite, compiute da Mars Express“. “La sfida era quella di combinarle in sequenza e in modo uniforme, formando un’unica grande immagine, che non abbia confini percepibili fra uno scatto e un altro“, spiega Jaumann. Per questo, i rapporti geometrici delle singole immagini fra loro e la loro posizione geografica devono essere determinate con precisione.

Gran parte dei dati topografici di Marte sono stati acquisiti con HRSC. Lo strumento ha nove sensori che registrano la superficie del pianeta da diverse angolazioni e hanno reso possibile mappare il nostro vicino planetario in alta risoluzione, a colori, ed in 3D. HRSC ha, nel corso di oltre 14.000 orbite intorno a Marte, registrato e trasmesso un totale di 293,34 gigabyte di dati sulla Terra. La copertura del 70 per cento della superficie di Marte, con immagini con risoluzione dai 10 ai 20 metri, è utilizzata per la mappatura 3D di massima precisione. Mentre Dataset aggiuntivi continueranno ad essere registrati e analizzati. In finale sappiamo che circa il 97 per cento del pianeta è stato registrato con una risoluzione di immagine fino a 100 metri.

Il passo successivo sarà il corretto trattamento dei mosaici di grandi dimensioni, realizzati da un gruppo di lavoro guidato da Klauss Gwinner, ricercatore planetario del DLR: “Il rilievo del pianeta segna un’altra pietra miliare“, afferma Gwinner. Intorno al 2018, la squadra del DLR, la FU di Berlino e l‘Università di Hannover dovranno fornire una rappresentazione coerente del mosaico di Marte.

Vista 3D di valli e crateri

Il primo mosaico completato è la base per una varietà di utilizzi. Modelli digitali del terreno con colori di riconoscimento mostrano le differenze impressionanti di altezza, tra la regione di Meridiani Planum a 250 metri sotto il livello nominale della superficie di Marte, fino ai 5000 metri più in basso, situati entrambi trovano nella regione ‘Chryse Planitia‘. Viste prospettiche guardano nel canale di deflusso Ares Vallis o nei crateri alterati da processi di erosione tipici del pianeta rosso. “Allo stato attuale, non è ancora possibile ricreare una immagine in realtà aumentata della superficie del pianeta per poter mostrare, ad esempio, gli effetti di inondazioni e siccità“, sottolinea e conclude Jaumann. Un forte contributo di HRSC è servito anche per la scelta dei luoghi di atterraggio delle sonde spaziali che hanno atterrato sul suolo marziano, come ad esempio, il rover attualmento situato sul monte Sharp di marte: Curiosity. I ricercatori planetari del DLR hanno partecipato anche diversi workshop e hanno utilizzato i prodotti 3D di HRSC per aiutare nella scelta del sito di atterraggio delle varie sonde.

In futuro, quando i lander della missione NASA InSight odella missione ESA ExoMars sul Pianeta Rosso, gli ingegneri saranno in grado di produrre un’immagine estremamente accurata del sito di atterraggio in 3D. Tutto grazie ai dati acquisiti da HRSC. HRSC è stato sviluppato presso il DLR e costruito in collaborazione con i partner dell’industria (EADS Astrium, Lewicki Microelectronic GmbH e Jena-Optronik GmbH). Il team scientifico, che è guidato dal Principal Investigator Ralf Jaumann, si compone di 52 co-ricercatori provenienti da 34 istituti in 11 paesi.

La fotocamera è gestita dall’Istituto DLR di Ricerca Planetaria a Berlino-Adlershof. Rappresentazione coerente del mosaico di Marte.

Fonte: (DLR Portal) Via Rivista Geomedia

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